mercoledì 29 maggio 2013

Dare un prezzo alle creazioni... parliamone!

QUI IL TESTO DA CUI E' PARTITO IL PENSIERO...
Tempo fa ho letto l'articolo linkato qui sopra, relativo ai prezzi delle nostre creazioni.
Quante volte siamo stati come visitatori ad un mercatino dell'artigianato e ci siamo accorti che i prezzi erano o troppo alti o troppo bassi rispetto all'oggetto in vendita?
Oppure, quante volte abbiamo avuto difficoltà a dare un prezzo al nostro lavoro?
Io mi sono trovata spesso in entrambi i casi e da qui voglio condividere con voi alcune riflessioni.
1) Per chi non è "addetto" ai lavori, spesso, i prezzi sembrano tutti troppo alti. Purtroppo molte persone credono che "fatto a mano" sia sinonimo di "costa poco", ma se escludiamo i casi plateali di ciofeche (beh... voi non avete mai visto ciofeche sulle bancarelle? Su, siate sinceri!), in linea di massima una creazione fatta a mano "non costa meno",  perchè dietro c'è un'idea, c'è la scelta di materiali particolari, c'è cura nel dettaglio e manodopera (in alcuni casi taaaaaanta manodopera), e tutto questo è giusto che venga ripagato.
Certo, se vicino a noi, e questa cosa capita in alcuni terribili e disastrosi mercatini di PSEUDO artigianato, in cui non c'è assolutamente la selezione dell'artigiano, ma si mettono insieme artigiani e rivenditori, vi trovate una bancarella di, appunto, rivenditori, è ovvio che  la vostra sciarpa fatta a mano, con dettagli fatti a mano, cura dei particolari che la rendono un pezzo unico, costerà molto di più che una sciarpa lavorata industrialmente, uguale a mille altre nel mondo. Il cliente medio secondo voi quale acquisterà?
Se avete partecipato almeno una volta nella vita a mercatini "misti" di questo tipo, saprete senza dubbio rispondere!
2) Non ho la soluzione a questo problema, se non invitarvi a seguire una regola di buonsenso: NON partecipate a mercatini di questo tipo. Si, lo so che può sembrare facile per chi, come me, crea per hobby e un mercatino in più o uno in meno non mi cambia la vita. Ma in tutti i casi, mercatini come questi, che non distinguono l'artigiano e il rivenditore, non fanno altro che alimentare la poca conoscenza del fatto a mano, screditandone il valore. Senza contare che chi organizza e non seleziona, ma accetta tutte le tipologie di bancarelle, lo fa solo per soldi. Caspita, non ci avevate mai pensato? Ebbene si, la verità è proprio questa. E io, a costo di sembrare antipatica, non ci sto a farmi mettere alla pari di chi compra "cineserie" e le rivende alla metà di quel che vendo io una creazione simile, ma fatta a mano. Piuttosto non partecipo: non vengono screditate le mie creazioni fatte a mano, non guadagnerò nulla io, ma almeno non avrò alimentato le casse di chi organizza sulle spalle di chi è artigiano sul serio. 
3) I prezzi bassi di chi crea e aspira unicamente a guadagnare: di fronte ai prezzi troppo bassi di alcune creazioni fatte a mano, chiaramente troppo bassi rispetto alla manodopera che è stata impiegata, la risposta che le creative danno è: "se non metto prezzi bassi, non vendo". Complimenti, e allora dov'è il senso del partecipare ad un mercatino senza guadagnare una lira? Senza contare che, grazie a questi ragionamenti, vengono screditate tutte le creazioni handmade senza distinzione... Questo tipo di ragionamento avvalora la tesi del "fatto a mano costa meno". Chiedete a chi crea ad uncinetto o a chi fa cucito creativo quanto tempo impiega a realizzare, che so, un piccolo portachiavi. Rimarrete sorpresi, e il prezzo finale non vi sembrerà così alto!

Quindi, come dare un prezzo?
Personalmente io conto le ore, ma uso comunque il buonsenso: in certi casi arrivo a prezzi troppo alti per l'oggetto in sè, non tanto perchè è venduto su una bancarella, ma quanto proprio al fatto che alcune tecniche sono meno veloci rispetto ad altre e il tempo impiegato è davvero tanto. In questi casi, faccio una via di mezzo, guardo anche in rete oggetti simili e li paragono ai miei. 
Poi ci sono creazioni uguali, ma con materiali diversi e difficoltà maggiori o minori nella realizzazione: in questo caso, faccio un'ulteriore distinzione in base al materiale.
Ecco, io faccio così, forse il metodo mi porta ad avere prezzi troppo alti rispetto alla media, ma sono profondamente convinta che chi sceglie di acquistare hand made e sa il giusto valore di un pezzo unico, (proprio settimana scorsa vi raccontavo il perchè del pezzo unico), non farà storie, chiedendo il tanto odiato "sconto".
Voi come vi comportate?
Mi piacerebbe ascoltare le opinioni di chi aspira a vendere e di chi compra....!
A presto!





12 commenti:

  1. Non sopporto chi arriva davanti ad una bancarella artigianale e si mette a lamentarsi del prezzo, a fare facce, boccacce... (a parte le ciofeche... so che ne hai un'idea ma circolano certe cose da brivido)
    Comunque, per tutti gli aspetti legati al valore del pezzo handmade e alle ripercussioni di un prezzo troppo basso sono pienamente d'accordo. Secondo me i prezzi giusti farebbero anche aumentare la consapevolezza della gente riguardo il pezzo unico, handmade, di qualità.

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    1. Ti racconto questa: bancarella della mia amica, di fronte alla mia. Arriva una signora e si mette a guardare gli orecchini, sceglie, gira, controlla e poi se ne esce con "ma non ne ha di più belli?"
      DI PIU' BELLI, capito?
      Ad averci voglia, era da approfondire e chiederle cosa intendesse per più belli, anche perchè sulla bancarella c'era bigiotteria d'ogni tipo e se voleva una cosa preziosa, bastava girare l'angolo e trovava le gioiellerie.
      Insomma, alla fine, non ha trovato "nulla di bello" e dopo aver messo a soqquadro la bancarella, se n'è andata...
      Ecco, con questo tipo di personaggi, di cosa vuoi discutere? :)

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  2. Ho smesso di fare mercatini per questo motivo... realizzo targhette in legno tagliate e decorate a mano, vendute già ad un prezzo basso, e mi veniva detto che dai "cinesi" costavano meno... allora ho cominciato a realizzarle solo su commissione, solo per quelle persone che apprezzano veramente il mio lavoro.
    Ora ho un piccolo shop on line con già dei prezzi, così se sono interessati sanno già la base di partenza...

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    1. grazie per il tuo commento. Il periodo non è dei migliori per chi, come noi, offre cose non indispensabili. La maleducazione della gente certe volte, poi, fa abbattere ancora di più.... Purtroppo tutto ci è un po' contro, ma per ora io ho più soddisfazione dai mercatini rispetto alle vendite nei negozi on line, cosa che ho proprio abbandonato. Forse dipende anche dal tipo di prodotto proposto, ci sono realtà (intendo virtuali o posti reali) in cui attira di più un prodotto rispetto ad un altro...

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  3. concordo pienamente con il tuo pensiero!!! proprio al mio ultimo mercatino si è verificato un episodio che mi ha veramente amareggiata....ho fatto proprio un post su questo...purtroppo l'handmade è davvero per pochi,nel senso che poche persone capiscono quanta cura, quanto amore e quanto lavoro c'è dietro anche al più piccolo oggetto! un abbraccio lory

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    1. Ciao Lory! Ho commentato sul tuo blog e te lo ripeto qui, ci sono persone che, per fortuna, apprezzano il fatto a mano. Noi dobbiamo solo continuare a creare con passione per loro! ;)

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  4. Francesca hai toccato un tasto dolente... purtroppo i mercatini di puro artigianato fatto a mano scarseggiano sempre di più... nella mia zona (Firenze e dintorni) sono diminuiti in modo impressionante anche perchè da molte parti non accettano gli operatori dell'ingegno ma solo possessori di partita IVA. Di conseguenza puoi immaginare che desolazione siano questi mercatini pieni di cineserie e di conseguenza è sempre più difficile vendere il "fatto a mano". Io cerco di contenere i prezzi, considerato anche il periodo di crisi e che le mie creazioni (cucito creativo)sono il massimo del superfluo. Però c'è un limite, svendere proprio no! Se devo "regalare" allora evito di alzarmi all'alba, montare un banco, pagare il "salato" suolo pubblico ecc. ecc. e regalo a coloro che voglio io! A chi so di fare cosa gradita perchè apprezzano il vero hand made. Hai tutta la mia solidarietà, so di cosa parliamo!! Ciao

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    1. Ciao Paola! Grazie per la tua esperienza. Mercatini di puro artigianato ce ne sono pochi anche da me e me li tengo stretti... Dovremmo vendere pane e salame, probabilmente faremmo più affari. Scherzi a parte, mi chiedo come si possa chiamare "mercatino dell'artigianato" e poi volere solo partita iva, e comunque non selezionare i banchi... Ah, aspetta, lo so il perchè, per fare cassa. Che tristezza! :(

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  5. Ciao Francesca, non è facile trovare i mercatini dedicati solo all'hand made. L'ultimo al quale ho partecipato doveva essere di questa tipologia, hanno addirittura voluto una dichiarazione firmata.
    Puoi immaginare il mio disappunto quando accanto al mio banco mi sono trovata una signora che vendeva bambole palesemente made in... (puoi immaginare).
    Poco più distante ce n'era un'altra che vendeva roselline di legno, costo 1 euro!
    Come poteva averle fatte a mano e venderle a quel costo? Ne aveva a centinaia! La provenienza era sicuramente la stessa delle bambole.
    Non è nel mio stile lamentarmi ma quando è passato l'organizzatore l'ho fatto presente, perchè mi sono sentita presa in giro.
    Mi ha risposto che le signore avevano firmato la dichiarazione e lui, pur avendolo capito (ma era stra-lampante) non aveva i mezzi per dimostrarlo, per cui doveva accettarle.
    La gente non ha capito la provenienza di questa merce, non se n'è neppure resa conto, oppure non gliene importava nulla, sta di fatto che sono state le bancarelle che hanno riscosso più successo.
    Che si fa? Ce ne sono tanti di rivenditori che si spacciano per OPI, ormai è un marasma completo!
    Baci
    Rosa

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    1. lo so Rosa, a me è capitato più di una volta, e ho depennato quei mercatini. Credo sia sempre più difficile andando avanti... Il dramma è che, appunto, interessa a pochi la differenza tra fatto a mano e no.. :(

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  6. sono d'accordo con te che bisogna fare un distinguo tra i "rivenditori" e gli "artigiani"...ma andrebbe fatta anche tra i veri "creativi" e quelli che con troppa facilità si spacciano per tali.
    sono dell'opinione che "l'idea" (rivisitata e personalizzata su spunti di altri - perché diciamocelo chiaramente che le idee veramente nuove sono pochissime!) debba essere valorizzata, ma mi sembra (frequento sia i mercatini che il web da molto tempo)che troppo spesso - in virtu' della "creatività" si vendano dei manufatti (come proprie opere dell'ingegno!?!) a prezzi non giustificati dallo studio e dalla ricerca che dovrebbe essere dietro "all'idea" .un esempio: tutte noi riproduciamo e facciamo ns. i coniglietti Tilda.....ma quante di noi li rivisitano per renderli effettivamente diversi dagli altri?(...ritengo non sia " un'opera dell'ingegno" decidere se fare il vestito con un cotone piuttosto che con un lino, a fiori piuttosto che a quadretti...);inoltre, non facciamo passare che "fatto a mano" è sinonimo di originalità (basta girare per il web dove è pieno di copie e copie delle stesse cose)e qualità (!?!!).....sono d'accordo con te che il fatto a mano andrebbe - comunque - valorizzato.....ma aggiungo.....con onestà !ovviamente non sto "parlando" di nessuno in particolare e ci tengo a precisare che non mi riferisco minimamente a te; ho preso solo spunto per inviare nell'etere le mie riflessioni;Francesca

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    1. Ciao omonima, sono ovviamente d'accordo con te. Definirsi artista o artigiano è una "roba grossa". Diciamo che dovremmo ritrovarci di più nella definizione di "Creatore di opere dell'ingegno", da qui io dico, magari supeficialmente, "creative". E' ovvio, andando nello specifico, che chi riproduce un'idea di base già vista e rivista, non ha creato un'opera prima, ma converrai con me che è un "pochino" più meritevole di chi, allo stesso mercatino, rivende un pupazzo cucito industrialmente, no?
      Rimane il punto principale della questione, che il fatto a mano andrebbe valorizzato!
      Grazie per le tue riflessioni, a me ha fatto molto piacere leggerle! :)

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